Fino a qualche settimana fa la maglia azzurra l’aveva soltanto
sognata. Rispetto a tanti decantati suoi coetanei, nessuna trafila tra le
giovanili di casa Italia, ma tanta gavetta nel Salento, a Lecce, in un club
dove negli ultimi anni sono sbocciati i talenti di Vucinic e Bojinov e dove, in
questa stagione, è stato Luis Muriel (di proprietà dell’Udinese) a raccogliere
larghi consensi dai tifosi e dalla critica. La meglio gioventù di casa
Semeraro, quella ancora tutta da gustare, porta un nome di un rapace che fa
della rapidità e del cinismo le sue doti migliori. Sembra che Filippo Falco
trasporti queste abilità con sé in campo, il terreno di caccia che meglio gli
si addice. Ha strabiliato nella Primavera giallorossa per le sue doti di
cecchino infallibile, 50 presenze e 20 reti, ma soprattutto per le giocate, la
tecnica sopraffina che gli sono valse il nomignolo di “Messi del Salento”. Una
responsabilità non da poco, un fardello da sopportare che ne avrebbe potuto
limitare la crescita. Eppure Falco sta confermando le premesse, e le promesse,
nel Pavia, LegaPro girone A. Già nove gol e l’obiettivo di salvare la sua
squadra dalla retrocessione, il futuro è tutto da decidere.
Intanto è stato Gigi Di Biagio a regalargli la ribalta europea con la Nazionale
Under 20 nel torneo 4 Nazioni svoltosi in Danimarca, nel quale, tra gli altri,
ha fatto il suo esordio Marcello Trotta, attaccante del Fulham, e tra i primi
consigli per gli acquisti di questa rubrica. E’ giovanissimo, un classe ’92,
un’attaccante esterno, mancino, che gioca indifferentemente da trequartista o
da seconda punta. Quando parte nelle sue volate palla al piede si racconta che
al Pietro Fortunati di Pavia, la gente inizi ad urlare “Messi, Messi” e lui, il
ragazzo, riesca a concludere l’azione senza tradire alcuna emozione. Tuttavia,
rispetto alla Pulce blaugrana, la statura, 1 metro e 80, lo rende
potenzialmente più incisivo nei sedici metri avversari.
Il segreto per sfruttare nel migliore dei modi le sue doti, il dribbling e il
suo sinistro terrificante, è quello di collocarlo nel ruolo di “opposto”, a
destra dove, attraverso i tagli alle spalle dei centrocampisti avversari,
diventa un’arma micidiale nell’azione offensiva della sua squadra. La visione
di gioco e la capacità di dialogo con i compagni arricchiscono il suo essere
uomo-squadra. In tanti hanno provato a sondare il terreno: il costo del suo
cartellino sembra indecifrabile, pare che il Lecce non voglia cederlo. In serie
A Udinese, Siena e Palermo hanno mostrato interesse, in B il Verona è in
pressing sul Lecce, il Sassuolo o il Modena potrebbero provarci. Occorre
sbrigarsi per strappare almeno un prestito.
Trentatré anni fa da quelle parti nasceva Fabrizio Miccoli, il “Romario del
Salento”, oggi è Falco a tenere alto l’onore di una terra così ricca di
talenti.
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