01/05/12

Falco, il "Messi del Salento" che ha strabiliato Pavia

Fino a qualche settimana fa la maglia azzurra l’aveva soltanto sognata. Rispetto a tanti decantati suoi coetanei, nessuna trafila tra le giovanili di casa Italia, ma tanta gavetta nel Salento, a Lecce, in un club dove negli ultimi anni sono sbocciati i talenti di Vucinic e Bojinov e dove, in questa stagione, è stato Luis Muriel (di proprietà dell’Udinese) a raccogliere larghi consensi dai tifosi e dalla critica. La meglio gioventù di casa Semeraro, quella ancora tutta da gustare, porta un nome di un rapace che fa della rapidità e del cinismo le sue doti migliori. Sembra che Filippo Falco trasporti queste abilità con sé in campo, il terreno di caccia che meglio gli si addice. Ha strabiliato nella Primavera giallorossa per le sue doti di cecchino infallibile, 50 presenze e 20 reti, ma soprattutto per le giocate, la tecnica sopraffina che gli sono valse il nomignolo di “Messi del Salento”. Una responsabilità non da poco, un fardello da sopportare che ne avrebbe potuto limitare la crescita. Eppure Falco sta confermando le premesse, e le promesse, nel Pavia, LegaPro girone A. Già nove gol e l’obiettivo di salvare la sua squadra dalla retrocessione, il futuro è tutto da decidere.

Intanto è stato Gigi Di Biagio a regalargli la ribalta europea con la Nazionale Under 20 nel torneo 4 Nazioni svoltosi in Danimarca, nel quale, tra gli altri, ha fatto il suo esordio Marcello Trotta, attaccante del Fulham, e tra i primi consigli per gli acquisti di questa rubrica. E’ giovanissimo, un classe ’92, un’attaccante esterno, mancino, che gioca indifferentemente da trequartista o da seconda punta. Quando parte nelle sue volate palla al piede si racconta che al Pietro Fortunati di Pavia, la gente inizi ad urlare “Messi, Messi” e lui, il ragazzo, riesca a concludere l’azione senza tradire alcuna emozione. Tuttavia, rispetto alla Pulce blaugrana, la statura, 1 metro e 80, lo rende potenzialmente più incisivo nei sedici metri avversari.

Il segreto per sfruttare nel migliore dei modi le sue doti, il dribbling e il suo sinistro terrificante, è quello di collocarlo nel ruolo di “opposto”, a destra dove, attraverso i tagli alle spalle dei centrocampisti avversari, diventa un’arma micidiale nell’azione offensiva della sua squadra. La visione di gioco e la capacità di dialogo con i compagni arricchiscono il suo essere uomo-squadra. In tanti hanno provato a sondare il terreno: il costo del suo cartellino sembra indecifrabile, pare che il Lecce non voglia cederlo. In serie A Udinese, Siena e Palermo hanno mostrato interesse, in B il Verona è in pressing sul Lecce, il Sassuolo o il Modena potrebbero provarci. Occorre sbrigarsi per  strappare almeno un prestito. Trentatré anni fa da quelle parti nasceva Fabrizio Miccoli, il “Romario del Salento”, oggi è Falco a tenere alto l’onore di una terra così ricca di talenti.

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